La Sibilla - Why Tales

Chi nasce in città è abituato a percorrere le vie che lo portano al bar, a scuola o dagli amici, chi nasce in montagna è abituato a percorrere i sentieri che salgono verso l’alto. Fin da quando ero molto piccolo i miei mi hanno portato lungo gli itinerari che si trovano nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, all’inizio in spalla di mio padre, poi tenendolo per mano e infine camminando in autonomia. Ora che sono cresciuto e che spesso con gli amici ci facciamo lunghe camminate mi rendo conto di quanto sia fortunato a potermi permettere a pochi chilometri da casa uno spettacolo del genere. Capisco anche che non per tutti i miei coetanei sia così perché molti preferiscono il mare e con la bella stagione non fanno altro che scendere verso la costa in pullman. Io no. Io indosso gli scarponi da trekking e inizio a camminare, a volte per poche ore a volte zaino spalla e pranzo al seguito per intere giornate. Non ho una mia montagna preferita di cui parlare, perché tutte a loro modo andrebbero viste e attraversate, ma per l’occasione ho scelto la Sibilla, perché da il nome al nostro territorio e quindi un po’ parla anche lei di me. Questa vetta è una dei 2.000 m del Parco Nazionale e ho raggiunto la sua cima da entrambi i versanti possibili, ovvero sia dalla strada che sale da Montemonaco e arriva al rifugio da cui si prosegue a piedi, sia dalle creste che arrivano da Monte Porche e Cima Vallinfante (questo percorso è molto più impegnativo). Dalla cima della Sibilla si gode di uno spettacolo unico soprattutto sulla valle glaciale del lago di Pilato e sul massiccio del Vettore, ma a dire la verità anche su tutta la costa marchigiana. Molto spesso per descrivere questi luoghi si usa la parola “magici”, ma in questo caso non è una scelta, devo farlo per forza. La Sibilla infatti prende infatti il suo nome proprio dalla leggenda che parla di una maga e profetessa che abitava in una grotta che si trova sulle pendici della sua montagna. Grotta che non è accessibile ma che esiste veramente e che ogni volta mi fa pensare a quanto questi luoghi siano ricchi di storia.
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